Castelmezzano

”C'è un paese in alto sulla terra
ha un suo povero cuore nascosto
e sta solo a reggersi il cielo
con le sue vecchie case di pietra.”

Mario Trufelli

“Città paesaggio” per la sua caratteristica bellezza inclusa nei “Borghi più Belli d’Italia”, Castelmezzano è uno dei paesi del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane.
A vederlo in lontananza, piccolo e grazioso, ti immerge in una favola, i cui protagonisti sono l’Aquila reale e la Civetta, la Grande Madre, l’Incudine e la Bocca del Leone. Solo i nomi sono presi in prestito dalla fantasia, perché le sculture degli enormi massi di roccia arenaria, che nel tempo sono state plasmate dai giochi del vento e della pioggia, fino ad assumere simili forme, esistono lì da secoli.
A fare la guardia a questo gioiello dalla struttura medievale, fatto di scale ripide, vicoli stretti, case arrampicate sulla roccia, sono le Piccole Dolomiti Lucane che, più in alto si sale, seguendo percorsi dedicati, più svelano un incantevole paesaggio.

Stemme di Castelmezzano

Storia

Nel nome, “Castrum Medianum” (castello di mezzo), è impressa la sua storia di fortezza normanna, in posizione centrale rispetto ai castelli di Pietrapertosa e Brindisi di Montagna.
Le origini di Castelmezzano sono legate alla penetrazione di coloni Greci nella Valle del Basento avvenuta tra il VI e il V secolo a.C. Successivamente con l’arrivo dei saraceni, nel X secolo d.C., la popolazione locale, costretta a fuggire, si rifugia tra rocce ripide individuate, secondo un antico racconto, da un pastore di nome Paolino, per il quale da qui sarebbe stato semplice respingere gli invasori facendo rotolare massi di pietra.
In seguito all’occupazione longobarda, Castelmezzano viene invasa dai Normanni (XI-XIII sec. d.C.), cui si deve la costruzione del castello che ha dato poi nome alla città. Nel tempo si sono succedute le invasioni da parte degli Aragonesi (XIV-XVI sec. d.C.) e diverse famiglie hanno avuto un ruolo determinante nella storia e nello sviluppo del paese, da quella del barone Giovanni Antonio De Leonardis ai De Lerma. La conformazione del territorio, per la presenza di rifugi naturali, ha favorito lo sviluppo del brigantaggio lucano (XIX sec.) anche a Castelmezzano.

Castello Normanno-Svevo

Cultura e Patrimonio

Ogni scorcio delle Dolomiti Lucani e ogni angolo del borgo di Castelmezzano custodiscono storie di popoli ed avvenimenti che lo hanno attraversato.
Il Castello Normanno-Svevo risale al periodo normanno (XI-XIII sec. d.C.), costruito come roccaforte in posizione centrale rispetto ai castelli di Pietrapertosa e Brindisi di Montagna. Sono visibili solo i ruderi del muro di cinta, rialzati sulla roccia, una cisterna per la raccolta delle acque piovane e la lunga e ripida scalinata scavata nella roccia, utilizzata probabilmente come postazione di avvistamento, da cui era consentito sorvegliare la sottostante vallata del fiume Basento.

Parco Gallipoli Cognato

Natura

Castelmezzano, come Pietrapertosa con cui condivide l’appartenenza ai “Borghi più Belli d’Italia”, rientra nell’area del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane.
Tra incontaminate bellezze paesaggistiche e tracce di una storia millenaria, il Parco è uno degli spazi verdi più belli della regione, in cui è possibile scoprire e conoscere, per l’importante valore naturalistico, storico ed etno-antropologico, tutti segreti che la natura può preservare.
Con un’estensione di oltre 27 mila ettari l’area verde comprende la foresta di Gallipoli Cognato e il bosco di Montepiano, formato da imponenti esemplari di cerro, odorosi tigli, peri e meli selvatici, aceri, ontani e il raro agrifoglio. Qui vivono lupi, tassi, istrici e gatti selvaggi e tra gli uccelli si possono avvistare falchi pellegrini, poiane e picchi muratori.

Santa Maria dell'Olmo a Castelmezzano

Patrimonio religioso

A Castelmezzano la devozione si esprime nella chiesa madre e in alcune cappelle disseminate nel grazioso borgo.

La chiesa madre di Santa Maria dell’Olmo (XIII sec.), tutta costruita in pietra locale, domina nella piazza principale. La maestosa facciata è in stile romanico, rivestita con pietra locale e scandita da quattro colonne e un architrave, arricchito da fiori, leoni e aquile a due teste.
In posizione centrale, una nicchia ospita un affresco di San Rocco, Protettore del paese. A una sola navata e con quattro cappelle, all’interno sono custodite opere di elevato valore artistico, come la bella statua lignea della Madonna dell’Olmo (XIII sec.) e una tela della “Sacra Famiglia” realizzata dal pittore lucano Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa, uno dei massimi esponenti della cultura pittorica lucana tra tardo manierismo e barocco, le cui numerose opere sono disseminate nelle chiese e nei conventi della regione.

La chiesa del Santo Sepolcro, probabilmente di origini bizantine, è una delle più antiche di Castelmezzano. Essa custodisce la statua lignea della Madonna dell’Ascensione (XIV sec.), che, secondo una leggenda, sarebbe stata ritrovata da due pescatori in riva al mare. Proprio a costoro la Madonna stessa avrebbe chiesto di essere condotta a Castelmezzano.

Da vedere sono inoltre le cappelle di Santa Maria, della Madonna dell’Annunziata, di San Marco e di Santa Maria “Regina Coeli”.

Capretto e patate

Sapori e Profumi

Anche a Castelmezzano, il culto del cibo e delle pietanze tipiche si tramanda da generazioni.

Il prodotto tipico del borgo è la salsiccia, proposta in numerose varianti. Gustosi sono poi gli altri piatti a base di carne, tra i quali predominano l’agnello alle erbe e il capretto con le patate alla brace.

Preparato soprattutto in occasione dei festeggiamenti in onore di Santa Lucia Martire, il 13 dicembre, molto gustosa e la “cuccia”, un piatto tipico a base di fave, grano, ceci e cicerchie.

Tipiche anche le croccanti “crostole” al miele, dolce nuziale del posto.

Un paese quasi perfetto

Cinema

Nel 2014 Pietrapertosa, come Castelmezzano, è stato set de “Un paese quasi perfetto”, il lavoro cinematografico diretto da Massimo Gaudioso e prodotto dalla Cattleya.

Con interpreti di rilievo come Silvio Orlando, Carlo Buccirosso, Nando Paone, Fabio Volo e Miriam Leone, il film ha coinvolto l’intero borgo e acceso l’entusiasmo dei pietrapertosani perché alcune riprese hanno interessato diversi luoghi di alta importanza storico artistica del paese.

Location principale, il già raccontato complesso conventuale di San Francesco.